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Ci offrono un incarico di responsabilità – Commento della canzone La linea d’ombra di Jovanotti

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jovanotti

 “La Linea d’ombra” è un testo  scritto dal cantautore Lorenzo Costantino Cherubini, in arte Jovanotti , nato nel Settembre del 1966 a Roma.

Jovanotti si è ispirato al libro “La Linea d’ombra” (titolo, peraltro, della canzone). Scritto da J. Conrad e pubblicato nel 1917, narra di un giovane marinaio che, dopo un periodo di crisi, riceve una proposta molto accattivante, quella di avere finalmente una nave tutta sua. Questa proposta lo manda in crisi e lo disorienta. Ispirandosi a questa trama il cantante ha composto “questa poesia”.

Il tema che si vuole toccare è il passaggio dall’infanzia alla maturità. Tale passaggio viene visto come un viaggio in mare dove per la prima volta si prende il comando della nave e si avverte il senso di responsabilità ma soprattutto l’incertezza.

E’ un’età che Jovanotti definisce “a mezz’aria” , difficile da attraversare.

Una frase importante e che ci fa riflettere è “Vedo il mondo comune una scacchiera”. Questa espressione ci vuole far capire che una sola mossa, o meglio, una sola scelta può cambiare la nostra vita, il nostro percorso.

Un’età che però Jovanotti definisce “bella da esplorare” anche se piena di insidie.

In questo particolare periodo ci sarà una scelta cruciale, la scuola superiore, il primo step della maturità.

Il concetto che alla fine viene però trasmesso è di notevole importanza. Non dobbiamo avere timore del futuro, avere paura di ciò che la vita ci riserva, invece dobbiamo prendere coraggio e dire sì ad una nuova avventura, lasciarci andare.

Spesso cerchiamo il capitano della nostra vita in altri, ma dobbiamo capire che siamo noi i capitani della nostra vita, siamo noi che decidiamo cosa fare nel nostro percorso. I pericoli sono sempre dietro l’angolo, ma le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti.

Grazie Jovanotti per questa magnifica canzone!

Bazgra Ossama,Calcinari Francesco,Eustacchi Alessandro (3^D)

La Linea d’ombra di Jovanotti

 

La linea d’ombra, la nebbia che io vedo a me davanti,
per la prima volta nella vita mia mi trovo
a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo.
Mi offrono un incarico di responsabilità:
portare questa nave verso una rotta che nessuno sa.
E’ la mia età a mezz’aria,
in questa condizione di stabilità precaria.
Ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto,
mi giro e mi rigiro sul mio letto;
mi muovo col passo pesante in questa stanza umida,
di un porto che non ricordo il nome.
Il fondo del caffè confonde il dove e il come
e per la prima volta so cos’è la nostalgia, la commozione
nel mio bagaglio: panni sporchi di navigazione
per ogni strappo, un porto per ogni porto, in testa una canzone.
E’ dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione,
senza preoccupazione,
soltanto fare ciò che c’è da fare
e cullati dall’onda notturna sognare la mamma… il mare.

Mi offrono un incarico di responsabilità,
mi hanno detto che una nave c’ha bisogno di un comandante;
mi hanno detto che la paga è interessante
e che il carico è segreto ed importante
il pensiero della responsabilità si è fatto grosso,
è come dover saltare al di là di un fosso,
che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato,
saltare verso il tempo indefinito dell’essere adulto.
di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura:
cosa sarò? dove mi condurrà la mia natura?
La faccia di mio padre prende forma sullo specchio,
lui giovane io vecchio,
le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio:
“la vita non è facile, ci vuole sacrificio,
un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione”.
Arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno di monsone,
col vento che non ha una direzione,
guardando il cielo un senso di oppressione.
Ma è la mia età,
dove si guarda come si era
e non si sa dove si va, cosa si sarà,
che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto.
E attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera,
dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera
ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare.
Mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo
l’astrologia che mi racconta il cielo.
Galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare,
ma questa linea d’ombra non me la fa incontrare.
Mi offrono un incarico di responsabilità,
non so cos’è il coraggio, se prendere e mollare tutto
se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare
ma bella da esplorare.
Provare a immaginare come sarò quando avrò attraversato il mare,
portato questo carico importante a destinazione,
dove sarò al riparo dal prossimo monsone…
Mi offrono un incarico di responsabilità,
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire,
getterò i bagagli in mare, studierò le carte
e aspetterò di sapere per dove si parte, quando si parte
e quando passerà il monsone. Dirò: “Levate l’ancora
diritta avanti tutta: questa è la rotta, questa è la direzione,
questa è la decisione”

 


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