Il 25 ottobre noi alunni delle classi 2^A e 2^C della scuola media di Monte Urano siamo andati in gita all’Expo.
Dopo tanta attesa, la mattina alle due del fatidico giorno eravamo tutti nella zona parcheggi sotto il mercato coperto, stanchi ma emozionati e ansiosi di sapere cosa ci avrebbe riservato questa avventura.
Salutati i genitori siamo saliti in pullman. Durante il viaggio c’era chi dormiva, chi rideva, chi chiacchierava e chi ascoltava la musica.
Dopo otto ore spossanti ma allo stesso tempo molto divertenti, finalmente siamo arrivati. Per ognuno di noi era tutto nuovo e ci guardavamo intorno estasiati.
Con gli zaini in spalla ci siamo ritrovati all’ingresso dell’EXPO dove, passati sotto al metal-detector, abbiamo iniziato la nostra visita ancora increduli e sospesi tra sogno e realtà.
Il primo padiglione che abbiamo visitato è stato quello dell’Azerbaijan, realizzato da un team di creativi interamente italiano. In esso, grazie all’utilizzo di avanzate tecnologie, abbiamo sentito diversi suoni e rumori passando la mano su “fiori” finti dai colori più disparati: tutto intendeva evocare la grande diversità bioclimatica di quel Paese.
Più tardi ci siamo avvicinati al padiglione dell’Ecuador, dalla facciata meravigliosa e coloratissima, metafora della filosofia del “Buen Vivir” (il vivere bene) promossa dal governo dello stato sudamericano. Abbiamo dovuto aspettare per ben un’ora prima di entrare, però all’ingresso… ci sono state regalate delle magliette! All’interno abbiamo scoperto dove si trova l’Ecuador, quali sono i suoi paesaggi e i suoi prodotti tipici grazie anche a una museografia che, attraverso immagini 3D e un sistema di odorama, ci ha mostrato le varie regioni del Paese. Abbiamo imparato anche che l’Ecuador è il primo esportatore al mondo di banane ed è famoso per il suo cacao e le patate.
Una volta usciti avevamo tutti molta fame, perciò ci siamo recati all’”Albero della Vita”, una grande struttura in legno e acciaio che si erge al centro di Lake Arena, specchio d’acqua su cui si affacciano ampie gradinate. Lì abbiamo assistito ad uno spettacolo offerto dagli sponsor: si trattava di show acquatici emozionanti che univano effetti speciali e musiche di artisti italiani particolarmente significativi. Al termine ci siamo finalmente rifocillati.
Siamo ripartiti con grande entusiasmo e ci siamo diretti verso il padiglione Italia, all’interno del quale le nostre compagne Matilde e Giorgia hanno illustrato un blog creato dagli alunni della nostra scuola.
Poi abbiamo continuato la scoperta di nuovi Paesi passando al padiglione del Brunei, all’interno del quale abbiamo trovato monitor, display e video volti a illustrare la necessità di investire sulla scienza e la tecnologia per la sicurezza alimentare, per una qualità migliore del cibo e per un processo di produzione più sostenibile ed efficiente.
La coda all’esterno del padiglione della Corea è stata parecchio lunga, ma non ci siamo scoraggiati. All’interno, sul muro della prima sala, c’erano delle scritte da cui “cadevano” delle lettere e delle parole: le parole corrispondevano ai componenti nutritivi dei cibi che mangiamo, mentre le lettere cadute erano le nostre abitudini alimentari sbagliate. C’erano poi delle installazioni su alcuni temi legati all’alimentazione, come l’eccessivo consumo di prodotti in scatola, e sulle possibili soluzioni.
Nella seconda sala il tema principale era “cosa bisogna mangiare”: due robot, che si attivavano ogni pochi minuti, mostravano su due schermi verdure e alimenti sani che dovremmo consumare per stare bene.
L’ultima sala conteneva centinaia di giare tradizionali coreane a schermo, che mostravano i cibi principali della cultura coreana.
La visita ai vari padiglioni ci ha aiutati a capire l’importanza dell’alimentazione, di come questa debba essere “buona, sana, sufficiente e sostenibile: è la domanda di Expo 2015, anche se questa è certamente una sfida gigantesca.
All’uscita, nei pressi dei parcheggi, ci siamo fermati a prendere dei souvenir per poi salire sulla corriera e ritornare a casa.
Varrebbe la pena rifarlo, anche se sappiamo che non sarà più possibile, perché è stata un’esperienza bellissima!
BENEDETTA AGOSTINI (2A)